
Palazzo Madama è l'edificio romano dove ha sede il Senato della Repubblica Italiana.
La storia dell'attuale sede del Senato inizia sul finire del XV secolo, sotto il pontificato di Sisto IV, nei tempi in cui Roma da borgo medievale si apprestava a divenire una città moderna. Il terreno in cui sorge Palazzo Madama - sul quale, all'epoca, erano ancora visibili vestigia romane e torri medievali - era appartenuto per quasi cinque secoli ai monaci benedettini di Farfa. Questi lo cedettero al governo francese che, a sua volta, donò al suo tesoriere, nonché vescovo di Chiusi, Sinolfo Ottieri di Castell'Ottieri, parte del terreno compreso fra la torre dei Crescenzi e le Terme di Alessandro, sul quale venne fondato il nucleo originario del Palazzo. L'edificio venne portato a compimento nel 1505 dal cardinale Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro Papa Leone X, che ne fece la sede romana dell'influente famiglia ed uno dei centri di irradiamento della cultura umanistica. Vi soggiornò spesso Caterina de' Medici, futura regina di Francia e illustre protagonista della scena politica europea del ventennio successivo alla morte del marito Enrico II, avvenuta nel 1559.
Ma colei che doveva legare il suo nome al Palazzo fu Margherita d'Austria che, rimasta vedova del primo marito Alessandro de' Medici, sposò in seconde nozze Ottavio Farnese e soggiornò a lungo nel Palazzo: fu allora che esso assunse il nome che ancor oggi conserva. Ad essa si ascrive l'apposizione, nel soffitto a cassettoni della sala detta dello Struzzo, di uno scudo che vede il consueto stemma mobiliare mediceo sormontato da uno struzzo, nel quale si sarebbe dovuto leggere il gioco di parole tra le parole Autriche (Austria) e autruche (struzzo): simbolo del passaggio del palazzo (e del casato) dalla sfera d'influenza francese a quella austriaca.
Di area germanica fu del resto la seconda madama cui il palazzo ricollega i suoi fasti, cioè Violante Beatrice di Baviera che vi risiedette dal 1725 alla morte.
Con la decadenza politica dei Medici e l'estinzione della casata, il Palazzo passò ai Lorena e, più tardi, a Papa Benedetto XIV, che ne fece la sede del governo pontificio. Fu forse per questo utilizzo amministrativo - più che per un ritorno alla pur persistente vocazione francofila (il palazzo restava nell'insula di San Luigi dei francesi) - che Palazzo Madama ospitò l'ufficio centrale della Repubblica franco-romana nel 1798-99.
Negli anni successivi vi furono installati, fra l'altro, gli uffici del tribunale e la sede della polizia del governo pontificio. Da tale ultima destinazione del palazzo trae origine il termine dialettale "La madama", talvolta usato ancora oggi (a Roma e non solo) per definire le forze dell'ordine.
Nel 1849 Pio IX vi trasferì il Ministero delle Finanze e del Debito Pubblico (senza escluderne la direzione del Lotto: l'estrazione dei numeri aveva luogo sulla loggia esterna), nonché le Poste Pontificie. In quell'occasione vennero intrapresi diversi lavori di restauro e, nel febbraio del 1853, si tenne la cerimonia di inaugurazione dei nuovi uffici. Ma la storia dello Stato della Chiesa volgeva ormai al tramonto e di lì a poco meno di un ventennio il Palazzo avrebbe ospitato il Senato del Regno d'Italia.

Il nome
La storia dell'attuale sede del Senato inizia sul finire del XV secolo, sotto il pontificato di Sisto IV, nei tempi in cui Roma da borgo medievale si apprestava a divenire una città moderna. Il terreno in cui sorge Palazzo Madama - sul quale, all'epoca, erano ancora visibili vestigia romane e torri medievali - era appartenuto per quasi cinque secoli ai monaci benedettini di Farfa. Questi lo cedettero al governo francese che, a sua volta, donò al suo tesoriere, nonché vescovo di Chiusi, Sinolfo Ottieri di Castell'Ottieri, parte del terreno compreso fra la torre dei Crescenzi e le Terme di Alessandro, sul quale venne fondato il nucleo originario del Palazzo. L'edificio venne portato a compimento nel 1505 dal cardinale Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro Papa Leone X, che ne fece la sede romana dell'influente famiglia ed uno dei centri di irradiamento della cultura umanistica. Vi soggiornò spesso Caterina de' Medici, futura regina di Francia e illustre protagonista della scena politica europea del ventennio successivo alla morte del marito Enrico II, avvenuta nel 1559.
Ma colei che doveva legare il suo nome al Palazzo fu Margherita d'Austria che, rimasta vedova del primo marito Alessandro de' Medici, sposò in seconde nozze Ottavio Farnese e soggiornò a lungo nel Palazzo: fu allora che esso assunse il nome che ancor oggi conserva. Ad essa si ascrive l'apposizione, nel soffitto a cassettoni della sala detta dello Struzzo, di uno scudo che vede il consueto stemma mobiliare mediceo sormontato da uno struzzo, nel quale si sarebbe dovuto leggere il gioco di parole tra le parole Autriche (Austria) e autruche (struzzo): simbolo del passaggio del palazzo (e del casato) dalla sfera d'influenza francese a quella austriaca.
Di area germanica fu del resto la seconda madama cui il palazzo ricollega i suoi fasti, cioè Violante Beatrice di Baviera che vi risiedette dal 1725 alla morte.
Con la decadenza politica dei Medici e l'estinzione della casata, il Palazzo passò ai Lorena e, più tardi, a Papa Benedetto XIV, che ne fece la sede del governo pontificio. Fu forse per questo utilizzo amministrativo - più che per un ritorno alla pur persistente vocazione francofila (il palazzo restava nell'insula di San Luigi dei francesi) - che Palazzo Madama ospitò l'ufficio centrale della Repubblica franco-romana nel 1798-99.
Negli anni successivi vi furono installati, fra l'altro, gli uffici del tribunale e la sede della polizia del governo pontificio. Da tale ultima destinazione del palazzo trae origine il termine dialettale "La madama", talvolta usato ancora oggi (a Roma e non solo) per definire le forze dell'ordine.
Nel 1849 Pio IX vi trasferì il Ministero delle Finanze e del Debito Pubblico (senza escluderne la direzione del Lotto: l'estrazione dei numeri aveva luogo sulla loggia esterna), nonché le Poste Pontificie. In quell'occasione vennero intrapresi diversi lavori di restauro e, nel febbraio del 1853, si tenne la cerimonia di inaugurazione dei nuovi uffici. Ma la storia dello Stato della Chiesa volgeva ormai al tramonto e di lì a poco meno di un ventennio il Palazzo avrebbe ospitato il Senato del Regno d'Italia.

Il nome
Nell'immaginario popolare la storia delle donne i cui soprannomi sono valsi a designare i due palazzi di Roma e Torino si intreccia e confonde, tanto da aver fatto talora credere all'esistenza di un'unica 'Madama' per le due città. Come si è visto, si tratta in realtà di due distinte figure, che incarnano epoche e realtà profondamente diverse: da un lato, la Madama di Roma Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, che riporta alla memoria il Rinascimento, l'influenza dei Medici e i legami di quella famiglia col papato e l'impero; dall'altro, la Madama di Torino Cristina di Francia, che incarna il periodo in cui, circa un secolo dopo, il ducato di Savoia visse una fase di stretta soggezione alla Francia.

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